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E-mail: info@unicarve.it
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Associazione Produttori Carni Bovine
SusMeat: il Gruppo Operativo promosso da Unicarve presenta i risultati della ricerca alla tavola rotonda: La Carne bovina tra innovazione e sostenibilità: come trasformare l’impegno degli allevatori in valore per la filiera
Cos’è SusMeat?
SusMeat è un Gruppo Operativo finanziato dalla Regione Veneto con fondi del CSR 2023/2027 nell’ambito delle attività previste nella fase di Innovation Brokering. Capofila del progetto è l’Associazione Produttori Unicarve, e i partners sono: i Dipartimenti MAPS e TESAF dell’Università degli Studi di Padova, la Stalla Sociale di Monastier, AOP Italia Zootecnica e lo Studio Leoni dr. Maurizio.
Perché nasce SUSMEAT?
Il progetto SusMeat si propone di valutare l’applicabilità su larga scala del disciplinare “Zootecnia Sostenibile”, attraverso un percorso di consultazioni territoriali, momenti di confronto diretto, con operatori e cittadinanza, e attività di validazione tecnica. Coinvolgendo allevatori, organizzazioni di produttori, consulenti e altri attori della filiera, il progetto mira a individuare interventi concreti per migliorare la performance ambientale, il benessere animale e la redditività aziendale. La mappatura delle pratiche realizzate, delle strategie che il settore sta portando avanti rappresenta un passaggio cruciale per valorizzare le innovazioni già presenti nei sistemi aziendali e orientare strategie condivise per il miglioramento futuro del settore.
Tutto questo impegno, di cui poco si parla, ha sensibilmente modificato l’impatto ambientale della produzione della carne. In anni durante i quali il mondo agricolo è sempre molto criticato, si ritiene necessario fornire all’opinione pubblica informazioni trasparenti rispetto al reale impegno delle aziende agricole e di tutta la filiera nel trasferire fino al banco di vendita e quindi al consumatore i valori della zootecnia sostenibile per garantire il riconoscimento economico degli sforzi compiuti in primis dalle stalle che allevano i bovini. Riconoscere gli sforzi compiuti — a partire proprio dalle stalle — è il primo passo per costruire un dialogo più consapevole e informato
SusMeat: raccontare l’impatto reale degli allevamenti
Per affrontare i profondi cambiamenti che stanno interessando il mondo degli allevamenti, è fondamentale saper ascoltare e rispondere alle nuove esigenze espresse dall’opinione pubblica e dai consumatori. Oggi la carne non è più vista solo come un alimento importante per la dieta umana, ma anche come un prodotto su cui si misura l’impatto ambientale dell’intera filiera. Questo cambiamento di prospettiva è il risultato dell’impegno concreto di molti allevatori, che negli ultimi anni hanno investito per rendere le proprie stalle sempre più sostenibili, riducendo l’impronta ecologica della produzione.
Non a caso, per affrontare il tema della sostenibilità, il progetto Susmeat ha preso come riferimento il disciplinare di produzione “Zootecnia Sostenibile”, il primo riconosciuto a livello europeo in tema di sostenibilità. Pubblicato sul sito del Ministero dell’Agricoltura all’interno del Sistema di Qualità Nazionale Zootecnia (SQNZ), questo disciplinare ha rappresentato il punto di partenza per il confronto con allevatori e tecnici nei 4 Focus Group e per il confronto con la collettività durante l’Open Day del 2024, momenti chiave per discutere insieme il futuro della zootecnia.
Attività – Il progetto è iniziato dalla ricognizione dello stato attuale degli allevamenti e dei fabbisogni di innovazione. A questo scopo sono stati organizzati 4 Focus Group con gruppi di allevatori dove sono state condivise le esperienze e gli investimenti in campo del benessere animale, del risparmio energetico o della gestione dei reflui, rovesciando quindi il paradigma nei rapporti tra mondo scientifico e mondo del lavoro, mettendo in evidenze punti di forza e debolezze del sistema produttivo. Si è inoltre proceduto a raccogliere dati in più di 70 allevamenti distribuiti tra le provincie del veneto al fine di verificare, in maniera puntuale, il grado di applicazione dei requisiti del disciplinare “Zootecnia Sostenibile”, permettendo così di evidenziare eventuali criticità .
Da queste iniziative si è potuto constatare che la capacità di “certificare” la qualità del lavoro è uno dei punti in cui il mondo agricolo è più carente, sempre molto concentrato sul “fare” e poco nel cercare di trasmettere ai cittadini e ai consumatori i valori del proprio lavoro, soprattutto sui temi più critici: mitigazione delle emissioni, benessere animale e performance economiche degli allevamenti.
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Il fulcro della fase di animazione è stato l’Open Day presso l’allevamento partner del Gruppo Operativo, Stalla Sociale di Monastier, che oltre ad essere stato un evento di grande e sorprendente successo per la numerosa partecipazione, hanno visto l’interazione attiva tra partecipazione d imprenditori agricoli, tecnici e docenti dell’Università di Padova. L’Open Day ha incluso anche momenti di confronto collettivo, attraverso una sessione interattiva in plenaria che ha permesso di raccogliere in tempo reale riflessioni, proposte e percezioni dei partecipanti.
Il percorso partecipativo e di ricerca del progetto SusMeat si è concluso con un evento pubblico tenutosi il 18 marzo 2025, che ha visto la partecipazione di rappresentanti della filiera zootecnica, del mondo accademico, delle imprese di trasformazione e della distribuzione. La giornata ha rappresentato un importante momento di sintesi e confronto, finalizzato a condividere i risultati emersi dalle diverse fasi del progetto e a stimolare una riflessione collettiva sugli scenari futuri dell’allevamento bovino da carne in chiave sostenibile.
Dopo l’apertura dei lavori, la professoressa Flaviana Gottardo (Dipartimento MAPS, Università degli Studi di Padova) ha presentato una panoramica delle attività svolte nell’ambito del progetto SusMeat, illustrando i dati raccolti attraverso i focus group, la validazione aziendale e le attività partecipative. A seguire, Andrea Scarabello, responsabile del settore assistenza tecnica e consulenza di Unicarve, ha fornito un quadro aggiornato sulle condizioni del mercato della carne, evidenziando le criticità attuali e le prospettive evolutive del comparto.
La tavola rotonda, moderata dal professor Samuele Trestini (Dipartimento TESAF, Università degli Studi di Padova), ha rappresentato il cuore dell’evento. Hanno partecipato Alessandro De Rocco, presidente di Italia Zootecnica, in rappresentanza degli allevatori; Raffaele Pilotto, amministratore delegato di Centro Carni Company di Tombolo; Davide Pessina, responsabile qualità del Gruppo Rialto – Il Gigante; e Marco Omodei Salè, responsabile certificazioni di CSQA. Il confronto ha permesso di mettere a tema le diverse esigenze e visioni della filiera, partendo dalle istanze degli allevatori fino ad arrivare ai punti di vista della trasformazione e della distribuzione.
Considerata la “sensibilità” dei consumatori, sempre più attenti all’ambiente e ai temi della sostenibilità sociale, del benessere animale e preso atto delle nuove dinamiche commerciali tra allevatori e macelli, dovute alla minor disponibilità di ristalli dalla Francia, è emersa la necessità di superare la frammentazione tra i diversi segmenti della filiera, creando maggiori connessioni, trasparenza e corresponsabilità. È stata ribadita l’urgenza di passare da una logica di “camere stagne” a una logica di vasi comunicanti, in cui ogni attore conosce e condivide gli obiettivi dell’altro, contribuendo a trasferire al consumatore finale il valore degli sforzi compiuti a monte della filiera delle carni prodotte in Italia che rappresentano ad oggi meno del 50% della carne bovina consumata a livello nazionale. Concetto ripreso sia dal dott. Davide Pessina che da Pilotto Raffaele, che hanno evidenziato la scarsa conoscenza della carne da parte dei consumatori, proponendo in futuri progetti, la possibilità di dare maggior spazio ad azioni informative e formative verso i consumatori, anche attraverso l’organizzazione di laboratori della “conoscenza”. Meglio, come ha spiegato il Dr. Marco Omodei Salè, responsabile delle certificazioni del CSQA, se il processo viene garantito da un ente terzo, in grado di trasformare le promesse in impegni cogenti. In chiusura della tavola rotonda, è emersa la volontà condivisa di proseguire il confronto e dare continuità al lavoro avviato, attraverso l’attivazione di un nuovo Gruppo Operativo, capace di consolidare quanto emerso e promuovere azioni concrete per rafforzare la sostenibilità del comparto bovino da carne e il riconoscimento del suo valore da parte dei consumatori.